TALKS
«Pionieri» con Peter Moser
Il grande viaggio di Peter Moser tra le Pale di San Martino, nella leggenda dell’alpinismo
La giornata di quel 10 agosto 2021 per Peter Moser inizia molto presto. È notte fonda quando parte da San Martino di Castrozza; con la frontale in testa sale verso la ferrata Bolver-Lugli e prima che il sole tramonti sarà sulla cima del Piz de Sagron che ha raggiunto dopo aver salito il Cimon della Pala, la Pala di San Martino, la Cima Canali, il Sass Maor e il Sass d’Ortiga. Tutto d’un fiato.
Ispirandosi ai pionieri dell’alpinismo, Peter ha concatenato in un solo giorno sei delle principali cime delle Pale di San Martino, percorrendo le vie storiche dei primi salitori. Un confronto ad armi pari con la montagna, in velocità ma senza fretta, un viaggio intimo che Peter ha voluto compiere per arrivare alle radici dell’alpinismo e del suo essere montanaro e guida alpina, dove l’esplorazione e lo stupore per la Natura sono ancora possibili. Il medesimo desiderio di esplorazione che spinse i primi alpinisti inglesi a salire sulle Pale, accompagnati da cacciatori e montanari del Primiero che il film evoca proprio attraverso una delle più leggendarie cordate che hanno fatto la storia dell’alpinismo. Mariano Lott e Antonio Zagonel, entrambi guide alpine delle Aquile di San Martino e Primiero, vestono i panni di due guide storiche del Primiero, come Michele Bettega e Bortolo Zagonel, mentre la cliente inglese Beatrice Thomasson è interpretata con eleganza e aplomb britannico da Petra Lott.
A completare il tributo dato all’impresa di Peter Moser si aggiungono le voci di Maurizio Zanolla “Manolo” e dello storico dell’alpinismo Luciano Gadenz.
Quando
Giovedì 28 settembre, dalle 18.00 alle 19.00


TALKS
«Burning the flames» un film by Reel Rock con Barbara Zangerl
Big-wall climbing in Karakorum per lo scalatore italiano Jacopo Larcher e la scalatrice austriaca Babsi Zangerl che, nel luglio 2022, realizzano il sogno di una vita, dopo un primo tentativo infruttuoso l’anno precedente: la salita in libera di tutti i 24 tiri fino a 7c+ dell’iconica via Eternal Flame, realizzato in 6 giorni in parete per 650 metri di via sulla splendida Torre di Trango – la Nameless Tower – fino ai 6251 metri di quota della vetta.
Grazie alla magia del grande schermo, all’uso di droni e di telecamere piazzate in parete, il film ci trasporta dalla comoda poltrona del cinema in loughi dal fascino misterioso e leggendario, remoti e inarrivabili se non ai migliori scalatori e alpinisti del mondo.
Quando
Giovedì 28 settembre dalle 19.00 alle 20.00
TALKS
«Still Alive» con Klaas Willems
Può l’arrampicata salvarti la vita invece di metterti potenzialmente in pericolo? È la storia di Klaas Willems, climber del team La Sportiva, che ha deciso di raccontare la sua vita nel documentario Still Alive, in uscita l’anno prossimo e che ha presentato in anteprima durante l’annuale Climbing Team Meeting in val di Fiemme.
Potremmo chiamare Klaas un guerriero, un sopravvissuto, forse un miracolato. Una persona che la morte in faccia l’ha vista non una ma più volte. Nato e cresciuto in Belgio, malato di fibrosi cistica da quando è bambino (una malattia genetica che colpisce i polmoni e l’apparato digerente), come sua sorella, morta nel 2016. Oggi, a 36 anni, secondo le previsioni dei medici dovrebbe essere in cielo da circa dieci. E invece, è l’esempio concreto che quando riesci a scegliere il destino che ti è capitato, quello che Nietzsche chiama amor fati, la vita ti sorprende sempre. Non solo convive con la fibrosi cistica e una funzione polmonare ridotta, ma ha lottato contro due tumori, due cicli di chemioterapia e uno di radioterapia. In questa lotta alla sopravvivenza, la sua mente non ha mai abbandonato il corpo. E questa è stata la sua vera forza.
Oggi vive a Ulassai, nella parte centro-orientale della Sardegna. Un piccolo villaggio con pochi abitanti e l’aria pulita, è infatti una delle Blue Zone, le aree del mondo dove si vive più a lungo. Lì può arrampicare, sfidando se stesso. Sì, perché da quando ha compiuto 18 anni l’arrampicata è diventata la cosa per cui vivere. Sarebbe stato troppo facile crogiolarsi pensando a tutte le persone che stanno meglio di lui e allo stesso tempo il mondo sarebbe stato un posto troppo buio per riuscire a vedere la luce. Così, Klaas ha scelto di concentrarsi su se stesso, grato della sua salute strampalata ma comunque portatrice di vita, e di arrampicare per poter guardare il mondo da una prospettiva privilegiata. Per esempio, fare l’aerosol appeso alla parete di El Capitain, nello Yomsemite, la parete-mito per qualsiasi climber, invece di starsene sul letto di casa. A Ulassai, insieme a una comunità di amici climber, ha aperto molte vie, adesso accessibili a tutti. Ogni anno riprova la via Neverwhere, la terza che ha chiodato nel 2012, un 7B+, mentre nel 2018 è stata la volta in cui ha liberato la Tales of the rocking lizard, 8c, forse la via più difficile.
Quando
Venerdì 29 settembre, dalle 17.00 alle 18.00


TALKS
«Bridge Boys» un film by Reel Rock con Tom Paul Randall e Pete Whittaker
Li avevamo conosciuti anche grazie al film Wide Boyz. Famosi per la loro passione per l’arrampicata in fessura e per il loro debole per le sfide bizzarre, i due britannici Tom Randall e Pete Whittaker affrontano qui la più lunga e difficile fessura orizzontale – roba da bigwall – mai salita prima. Chiamata The Great Rift, è una fessura lunga circa 800 metri che corre lungo il viadotto autostradale sul fiume Exe, in Gran Bretagna. Questa via è il risultato di 80 tiri di arrampicata sostenuta tra lo sgomento dei passanti, il traffico sopra le loro teste ed il dolore generato da ogni movimento.
Quando
Venerdì 29 settembre dalle 18.00 alle 19.00
TALKS
Greenland, by Nico Favresse
Fresco fresco di spedizione transoceanica, il climber di fama internazionale Nico Favresse, già presente all’edizione passata del festival, racconterà in anteprima al VOCF 2023 le sue ultime avventure in Groenlandia, in compagnia di un team di scalatori unico nel suo genere.
Un mix di emozioni, adrenalina, divertimento, con immagini inedite e intermezzi musicali.
Quando
Sabato 30 settembre, dalle 17.00 alle 18.00


TALKS
«Ruga - a sign in the valley» un film di Marzio Nardi con la partecipazione di Federica Mingolla
L’arrampicata come strumento di riscoperta di un territorio segnato dalla guerra, il Kosovo. Un documentario di Achille Mauri e Marzio Nardi A più di vent’anni dalla fine del conflitto nei Balcani, Mauro Barisone, scalatore italiano, ritorna nei luoghi che l’hanno visto coordinatore di una delle tante spedizioni umanitarie impegnate nella ricostruzione della città di Peje, in Kosovo. In quel contesto esplora le pareti della vicinissima valle del Rugova, chiodando alcuni itinerari di arrampicata e coinvolgendo le comunità locali. Da qui parte il progetto Ruga: stimolati dalla storia di Mauro, un piccolo gruppo di giovani atleti vuole riscoprire quei luoghi che furono teatro di scontri, ma anche di riconciliazione, e attraverso l’arrampicata portare nuovi stimoli per far rivivere il territorio. Il documentario è un freddo sguardo su un paese ancora segnato dal disagio, che nella natura intatta e selvaggia vede un importante elemento di rinascita.
Quando
Sabato 30 settembre, dalle 18.00 alle 19.00